Mala tempora currunt dicevano i latini e mai come oggi questo detto è stato attuale e veritiero. Ci attendono brutti tempi e oggi più che mai è diventato fondamentale difendersi da una delle più pericolose categorie animali che il genere umano abbia mai conosciuto, quella dei covidioti.
Questa guida vi sarà di aiuto per riconoscere immediatamente un covidiota e adottare tutte le “restrizioni” necessarie per evitare che vi rovini la vita.
Immaginate di accettare oggi un nuovo lavoro per poi scoprire dopo poco che il vostro datore di lavoro è un fervente covidiota. Sia che si tratti di un posto di lavoro, di un nuovo partner o anche semplicemente di un nuovo amico quello che dovete tenere a mente è che il covidiota è un essere danneggiato e dannoso e avere una relazione sana con lui è totalmente impossibile oltre che poco auspicabile.

Prima di indentificare i tratti salienti che ci indicano che davanti a noi abbiamo un covidiota è di fondamentale importanza comprendere in modo chiaro chi è il covidiota:
Il covidiota è colui che finge di combattere il covid ma che in realtà lo ama al di fuori di ogni comune buon senso. Il covidiota ama il virus ma ancor di più ama tutte le misure restrittive ad esso connesse.
Ora che abbiamo identificato con chiarezza chi è il covidiota non ci resta che identificare i tratti salienti che lo contraddistinguono dalle altri specie animali:
- I SIMBOLI: Ogni religione o movimento che sia politico oppure culturale hanno dei precisi simboli che li identificano. Nella religione cattolica il simbolo è la croce, nella religione Islamica la luna con la stella, nella religione ebraica la stella di David, per il nazismo la svastica e nella religione covidiota il sacro feltro. Cosa intendo per sacro feltro? La mascherina ovviamente! Ma non una semplice mascherina chirurgica, quella la indossano i miscredenti NoVax solo perché obbligati. Il vero covidiota indosserà sempre la ffp2 e la indosserà anche nei luoghi meno indicati e meno opportuni. Distinguere colui che indossa la mascherina solo per obbligo da chi invece, come il covidiota medio, la indossa con convinta venerazione è molto semplice: Per prima cosa notate in quale luogo la indossa. Un miscredente novax come abbiamo detto sopra indosserà la mascherina solo per costrizione, pertanto se obbligato la indosserà per andare al supermercato ma non la indosserà mai in nessun luogo in assenza di obblighi. Il vero covidiota invece la indosserà sempre e comunque sia che ci sia l’obbligo o meno, sia che si trovi in un luogo chiuso affollato sia quando porterà da solo il cane a pisciare la sera. La leggenda narra che il covidiota fervente indossi la mascherina anche per andare a letto con la propria partner. Il covidiota giustificherà la mascherina perenne davanti al volto come un segno di responsabilità per il bene comune e voi penserete che è semplicemente ipocondriaco ma la verità è che quella mascherina ha per lui un significato molto più profondo che trascende la sua proverbiale ipocondria. Quella mascherina è un segno distintivo di appartenenza che placa le sue insicurezze e lo fa sentire in linea con i suoi valori, esattamente lo stesso effetto che ha un crocefisso per un fervente cristiano. Se invece ci troviamo su un social e non nel mondo reale come possiamo distinguere a colpo d’occhio il fervente covidiota? Innanzitutto già guardando la foto del profilo molto spesso il fervente covidiota indossa la mascherina anche li e questo di per se già è ampiamente sufficiente per catalogarlo. Qualora non avesse la foto con la mascherina non scoraggiatevi perchè ci sono altri piccoli segni rivelatori. Per esempio nella mia personale esperienza clinica ho notato una fortissima correlazione tra profili con la bandiera dell’Ucraina e dell’unione euorpea e un covidiotismo patologico . Pertanto se ci troviamo in un social in assenza della ffp2 ben indossata in un luogo poco opportuno mi sento di affermare con certezza che la bandiera ucraina accanto a quella dell’unione europea è un evidente red flag che ci avvisa che abbiamo a che fare con un fervente covidiota, meglio stare alla larga.
- VENERAZIONE DI UNICO DIO: Ogni religione che si rispetti ha un Dio onnipotente da venerare e la religione del covidiotisimo non fa eccezione, ma nel caso del covidiotismo non si tratta di un’entità sovrannaturale ma di un farmaco. Il covidiota medio venererà il sacro siero come un vero e proprio Dio e guai a chi glielo tocca. Proprio come un Kamikaze islamico il covidota è pronto a farsi saltare in aria pur di dimostrare la sua cieca fedeltà al sacro siero. Per il covidiota medio non c’è niente più meritevole d’odio di coloro che non hanno ceduto il braccio alla sperimentazione. Il noVax sta al covidiota come l’ebreo sta al nazista. Il covidiota vive nell’odio e nel rancore verso coloro che rifiutano di venerare il suo Dio, inutile spiegargli con fatti inoppugnabili che il sacro siero non è vero che ha gli stessi effetti collaterali dell’aspirina ma che al contrario fa più danni del cianuro, lui non vi ascolterà nemmeno un secondo e bollerà tutto quello che gli direte come fake news inventate da quegli ignoranti dei NoVax. Non gli importa nulla che magari quello è il parere di emeriti premi Nobel. Tutto quello che contesta la sicurezza e l’efficacia del sacro siero per il covidiota è falso a prescindere fino a quando non lo tocca con mano. Inutile stare a discutere e spiegargli che l’unico ignorante che ignora qualcosa è lui che ignora le morti e gli eventi avversi, è solo fiato e tempo sprecato. Inutile raccontagli le storie, purtroppo numerose di ragazzini di nemmeno 18 anni usciti praticamente già morti dall’Hub vaccinale. Pensate che un fondamentalista islamico vi ascolti se gli parlate male di Allah? Al limite vi farà fine di Charlie Hebdo.
Sono fermamente convinto che se qualche politico oggi proponesse dei campi di concentramento dove bruciare coloro che rifiutano il sacro siero potete starne certi che li troverebbe tutti d’accordo. Non importa che si tratti di farsi un buco sul braccio o di farselo diventare uno scolapasta, il covidiota fervente qualora gli venisse richiesto è pronto a bucarsi pure il cervello, sempre che ce l’abbia ovviamente.
3) AMORE INCONDIZIONATO VERSO TUTTE LE MISURE RESTRITTIVE: In questo momento giungono notizie drammatiche dalla Cina o perlomeno così ci raccontano. Si parla di un’impennata dei contagi vertiginosa. In una situazione del genere il covidiota finge preoccupazione ma nel profondo di sé gode come un riccio. A causare questi spasmi orgasmatici nel covidiota è il suo masochismo derivante dalla sindrome di Stoccolma dal quale è affetto in maniera cronica e irreversibile.
Cosa significa Sindrome di Stoccolma?
“Quel particolare stato psicologico che può interessare le vittime di un sequestro o di un abuso ripetuto, i quali, in maniera apparentemente paradossale, cominciano a nutrire sentimenti positivi verso il proprio aguzzino che possono andare dalla solidarietà all’innamoramento.”
Come potete constatare la definizione della sindrome di Stoccolma aderisce perfettamente alla psicologia del covidiota. Il covidiota in realtà ama il covid che finge di combattere. In questi giorni nei quali stanno arrivando notizie drammatiche dalla Cina basta stare cinque minuti sui social per saggiare il godimento perverso con la quale si invocano nuove misure restrittive e nuove discriminazioni per i miscredenti. Ma come è possibile amare i lockdown, i coprifuochi e le discriminazioni prodotte dal green pass? Per farlo serve un requisito fondamentale che non tutti posseggono…
4) POSTO FISSO STATALE E TESSERA DEL PD: Faccio subito una precisazione. Quando parlo di posto fisso statale non sto dicendo che tutti gli statali siano covidioti, non mettetemi in bocca cose che non ho detto! Il posto fisso statale non indica necessariamente che chi ce l’ha sia necessariamente un covidiota ma è sicuramente un requisito imprescindibile tra le skill del covidiota fervente. Nessuno sano di mente che ha un’attività commerciale può essere favorevole a misure restrittive così come non può avere la tessera del pd. Per essere favorevole a misure liberticide prive per altro di qualsiasi utilità è necessario avere le chiappe al calduccio, mi sembra un fatto evidente. A quest’ora sarei miliardario se mi tornasse indietro un solo euro per tutte le volte che nella mia pratica clinica mi sono trovato davanti alla correlazione posto fisso, tessera del pd, bandiera Ucraina e Europea e covidiotismo. Niente di nuovo per gli addetti ai lavori, ogni razza animale ha le sue peculiarità che la distinguono dalle altre e quella dei covidioti non fa alcuna differenza.
Adesso che abbiamo definito cos’è il covidiota e come smascherarlo rimane solo un quesito da risolvere, cosa fare e come comportarci qualora ci fossimo imbattuti in un appartenente a questa particolare specie animale. Una mia affezionata lettrice nella posta mi ha raccontato di essersi resa conto dopo vent’anni di matrimonio che suo marito era un covidiota fervente e mi ha chiesto come comportarsi. Dunque se ci siamo imbattuti in un covidiota quello che dobbiamo fare è molto semplice, dobbiamo sparire. Non importa quanto il rapporto sia consolidato, non importa se ci siano figli in mezzo e non importa nemmeno se una volta mollato rimarrete senza un tetto e senza nessun sostentamento. Una volta preso atto che il vostro partener è un fervente covidiota l’unica cosa che potete fare è mollarlo, scappare via e non guardarvi più indietro. Nessuna condizione, veramente nessuna, vi giustifica per rimanere all’interno di una relazione tossica di questo tipo, nemmeno se non avete un tetto e nemmeno se il covidiota è la vostra unica fonte di sostentamento. Fuggite, tagliate i ponti, bloccate il covidiota su whatsapp, sulle email e impediteli ogni possibile forma di contatto. Non provate a cambiarlo, sarebbe solo tempo e fatica sprecati, se nemmeno una realtà così evidente come quella che viviamo è riuscita a fargli cambiare idea, non ci riuscirete di certo voi con le vostre lagne. Come scritto all’inizio il covidiota è un essere danneggiato e dannoso e niente sarà in grado di salvarlo, fuggire non è un opzione ma è l’unica vera soluzione da prendere in considerazione.
Bene siamo giunti alla conclusione di questo trattato di psicologia clinica che in un mondo più giusto sarebbe studiato in tutte le Università. Se l’articolo vi è piaciuto vi ricordo di condividerlo con i vostri amici e sulle vostre pagine social. Vi ricordo inoltre che se volete condividere con me le vostre riflessioni potete scrivermi all’email matteo@ilpolveronequotidiano.it se invece volete solo rimanere aggiornati sui nuovi articoli potete iscrivervi alla newsletter nel modulo sottostante, ciao!
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grazie per questa preziosa guida.
la stampo e la metto in bacheca per condividerla.