La sinistra si compatta, piena d’indignazione per la “donna” malmenata a Milano fuori dalla scuola. Ovviamente, come sempre, si grida subito al fascismo. Berizzi twitta, con tono ironico, che si respira “stranamente” un’aria da manganello, lo seguono a ruota tutti gli altri opinionisti e politici. Non so come facciano a sinistra a stare sempre dalla parte sbagliata della storia; sembra che abbiano un dono sovrannaturale per questo. La cosa che mi fa più arrabbiare è che i motivi di cotanta indignazione fondamentalmente solo solo due: Il primo è perché si tratta di un trans, il secondo motivo perché non è italiano. Il binomio perfetto, “donna” non binaria senza permesso di soggiorno, l’eroina perfetta della sinistra contemporanea. A nessuno sembra importare che pare la “malcapitata” stesse mostrando il pene (ma come, non era una donna!?) ai bambini, minacciandoli di infettarli con l’Aids. Per la sinistra, va difesa a spada tratta non perché presunta innocente fino all’ultimo grado di giudizio, che sarebbe una cosa nobile vista le cantonate prese dalla giustizia italiana, ma solo perché non binaria e clandestina. Se al posto suo ci fosse stato un italiano, maschio ed etero, per dei fatti analoghi, avrebbero gridato alla pena di morte senza nemmeno bisogno del processo.
Non voglio entrare nel merito del fatto di cronaca perché per me sono tutti innocenti fino all’ultimo grado di giudizio, e alcuni anche oltre. Se è vero che la donna non ha mostrato i genitali e detto quelle cose ai bambini, allora i poliziotti hanno sbagliato. Se è vero invece che lo ha fatto, mi indignerò e la schiferò quando il fatto sarà certo e conclamato.
Quindi, mettendo da parte il fatto di cronaca in sé, la cosa che più m’indigna in questo momento è che tutti i giornalisti e politici mainstream continuano a chiamarla donna. Questo m’indigna veramente e mi fa chiedere seriamente che ritardo abbiano costoro. Ma veramente siamo arrivati a questo punto in cui il politicamente corretto ci impone di chiamare uno che ha il pene “donna”?
Dove andremo a finire? Qua mancano proprio le basi: se ha il pene è un uomo, se ha la vagina è una donna. Funziona così dalla notte dei tempi, è tutto lì il fulcro della vita, e miliardi di anni dopo la nascita dell’uomo noi dobbiamo sentirci questi sedicenti “progressisti” dall’alto della loro saccenza spiegarci che tutto questo è sbagliato, che non è così che funziona il mondo, che siamo dei retrogradi ignoranti, che non conta se nasci con il pene o con la vagina, sei uomo o donna a seconda di come ti senti. No, no e ancora no! Ma non è tanto per me, che al massimo mi faccio una risata e li prendo in giro sulle righe del mio blog, che mi indigno. Mi indigno perché mi domando in che società deviata stiamo crescendo i bambini delle nuove generazioni. Una società deviata dove, in nome di un presunto “progresso”, si perdono le basi ovvie dell’esistenza umana. Ripetiamo: se ha il pene è un uomo, se ha la vagina è una donna. Un fatto semplice, alla portata di tutti, ma soprattutto naturale. Un fatto di una ovvietà disarmante, ma guai a provare ad affermare l’ovvio che si viene subito etichettati come transfobici.
Quando ero più giovane, criticavo l’atteggiamento cattolico della società italiana che, a mio modo di vedere, ci faceva vivere in una società bigotta. Ma visto come vanno le cose ora, prego Dio che ci riporti indietro in quell’Italia bigotta e antica, dove però c’erano dei valori veri e una società sana. Ognuno è libero di fare della propria sessualità quello che vuole, sia chiaro, ma qua si sta andando troppo oltre ed è impossibile non intravedere un disegno più alto che guidi tutto questo. Troppa ostentazione, troppo incitamento e poi tutte quelle lamentele. Il presidente della repubblica, con mezza Emilia Romagna affogata, in conferenza stampa parla del grandissimo problema della “transofobia”. Ma pensate a svuotare i tombini, che gli emiliani stanno affogando, mentre i trans mi sembra stiano tutti benone! Ora è chiaro che alla mummia i discorsi glieli scrivono, lui manco sa che cos’è un trans secondo me, ma rimane il fatto che si sta veramente esagerando.
Piaccia o no, non è un modo sano di vivere la vita e la propria sessualità quello di farsi amputare i genitali e non deve essere di certo dato come buon esempio ai bambini quella di adempiere a tale pratica. Ma perché l’Unione Europea spinge in modo ossessivo per queste pratiche? Io una mezza idea ce l’ho: Perché sono un covo di pervertiti, pedofili e satanisti. Questa è l’unica spiegazione plausibile, non ce ne sono altre. L’unico modo per liberarsi di tutto questo? Non mi stancherò mai di ripeterlo, abbandonare l’Unione Europea domani mattina, senza pensarci troppo e senza mai guardarsi più indietro.”